Con il nome di fair play finanziario, o FPF, si intende un progetto del comitato esecutivo di UEFA introdotto nel 2009, che nasce dal fatto che le disparità tra i club calcistici siano dovute più a motivi finanziari che sportivi, che spesso portano le squadre ad indebitarsi per far fronte alle spese da sostenere nel periodo di apertura del calciomercato.
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Dunque, gli obiettivi del progetto erano in primo luogo di agire in maniera tale da ordinare e razionalizzare le finanze delle varie squadre, stimolandone l’auto-sostenibilità a lungo termine e controllando che le diverse società adempiano ai propri doveri entro le tempistiche stabilite. Le modalità del fair play finanziario e gli obiettivi del programma sono stati spesso modificati nel corso del tempo, fino all’aprile di quest’anno, in cui il comitato esecutivo UEFA ha approvato il regolamento di Sostenibilità Finanziaria, che da giugno 2022 andrà a sostituire gradualmente il progetto del fair play finanziario, e in questo articolo andremo ad elencare tutte le principali differenze.
Come si è evoluto il fair play finanziario negli anni
Il progetto di fair play finanziario è stato introdotto per la prima volta nel 2009, e si trattava di un meccanismo che andava a controllare i bilanci delle singole squadre appartenenti alla UEFA per verificarne il pareggio di bilancio, ossia un equilibrio tra le spese sostenute e i ricavi ottenuti. Quindi, venivano prese in esame tre annualità, nelle quali il bilancio doveva essere in positivo, ed era ammessa soltanto una perdita complessiva di 5 milioni. Una volta superato questo controllo, i club ricevevano una licenza che li autorizzava a partecipare alle competizioni internazionali organizzate da UEFA, ma se invece venivano riscontrate delle irregolarità erano previste sanzioni sia pecuniarie che rilevanti nell’ambito sportivo, come la decurtazione di punti o l’esclusione dalle competizioni.
Tuttavia, nella sua storia il progetto di fair play finanziario ha subito diverse modifiche, inizialmente nel 2017 a causa della situazione economica generale, in cui si è deciso di introdurre sia dei principi di trasparenza sulle attività sia di metodi alternativi per uniformare le voci del bilancio delle squadre, ma ci sono anche state delle modifiche dovute alle conseguenze della pandemia da covid-19, che ha messo in pausa anche il mondo del calcio, con conseguenze economiche di cui tutti siamo a conoscenza.
I club hanno infatti dovuto fare i conti con tagli di organico, riduzione dei budget e scarsità di investitori, che hanno portato la UEFA a prendere negli ultimi giorni una decisione drastica, ovvero quella di abolire il fair play finanziario in favore di un nuovo strumento, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
Il regolamento di Sostenibilità Finanziaria del 2022
Il 7 aprile 2022 arriva la notizia della decisione del comitato esecutivo UEFA di abolire il fair play finanziario, che a partire da giugno verrà rimpiazzato dal regolamento di Sostenibilità Finanziaria, che entrerà in pieno regime nel giro dei prossimi tre anni, e che si basa su tre principi fondamentali: solvibilità, stabilità e controllo dei costi.
La solvibilità riguarda il pagamento dei debiti contratti dalle squadre, anche in seguito alle ingenti perdite economiche subite durante la pandemia, che non hanno permesso ai team di saldare i loro debiti. Il principio della stabilità va invece a prendere il posto del pareggio di bilancio di cui si parlava nel fair play finanziario, e nelle spese considerate vengono inseriti anche investimenti su stadi, giovani, donazioni e così via. Per quanto riguarda il controllo dei costi, invece, è previsto che una squadra potrà spendere al massimo il 70% dei propri ricavi, anche se non sono previste limitazioni puntuali nelle cifre, ad esempio, degli stipendi dei giocatori o degli allenatori, ma sarà sufficiente che queste spese siano equilibrate rispetto alle entrate.
Chiaramente, anche in questo regolamento sono previste delle sanzioni per chi non rispetta i requisiti richiesti, ma si tratta di misure che tendono a penalizzare i club più dal punto di vista sportivo che economico, prevedendo quindi sanzioni come esclusione dalle competizioni, retrocessione ad una coppa di livello inferiore, divieto di schierare alcuni giocatori in campo e così via.
Nei prossimi mesi avremo quindi modo di vedere quale sarà l’impatto di questo nuovo regolamento sul mondo delle scommesse sportive online, sul calcio europeo, e specialmente sulle squadre italiane, che al momento tendono ad avere più debiti e ricavi inferiori rispetto ai club di altri Paesi, che pare possano continuare ad agire senza essere troppo toccati da queste modifiche delle regole sulla sostenibilità finanziaria.